Il 30 marzo Abn annuncia l'intenzione di lanciare un'offerta pubblica di acquisto sul 100% di Antonveneta a 25 euro per azione, per un totale di 6,3 miliardi di euro. Così si apre la battaglia per il controllo della banca padovana su cui ha messo gli occhi anche Gianpiero Fiorani, da una settimana ex ad di Bpi, che il 9 marzo 2005 ha comunicato di detenere il 4,983% di Antonveneta. Il 5 aprile la allora Popolare di Lodi esce allo scoperto e dichiara detenere in portafoglio il 7,974%. In pochi giorni la Lodi sale ancora nell'azionariato di Antonveneta e il 12 aprile diventa il primo azionista con il 13,539 per cento, puntando a superare anche la soglia del 15.

Il 14 e 15 aprile un doppio ok della Consob e del cda di Antonveneta dà il via all'Opa degli olandesi sul 100 per cento dell'istituto. Il 19 aprile Bankitalia autorizza Abn Amro a portare la propria quota in Antonveneta al 20%. Abn sale al 18,115%. Il 21 aprile Abn Amro pubblica il prospetto informativo dell'Opa su Antonveneta, ma la Bipielle, nel frattempo, sale al 28,048 per cento. È il segnale atteso dagli uomoni del numero uno di Abn, Rijkman Groenink, per passare alle carte bollate. Abn Amro inoltrano un esposto al Tar del Lazio per chiedere la sospensiva delle autorizzazioni che Bankitalia ha accordato alla Bpl per salire oltre al 20% del capitale di Antonveneta, ma i giudici lo respingono. Il 27 aprile Bankitalia autorizza Abn Amro ad arrivare al 30 per cento. Bipielle raggiunge il 29,112. Il 29 aprile via libera del cda della Bipielle a una offerta pubblica di scambio che valuta l'istituto padovano a 26 euro per azione. Il 30 aprile si svolge l'assemblea di Antonveneta in cui viene eletto il nuovo cda tutto targato Lodi. Impugnato dagli olandesi. Qualche settimana dopo viene azzerato dal tribunale di Padova.

Il 5 maggio Abn Amro sale al 20,676% di Antonveneta. Il 6 maggio la Banca d'Italia concede il via libera all'Opa degli olandesi. Nel frattempo l'11 maggio la Consob, dopo aver riconosciuto l'esistenza di un patto parasociale non dichiarato, obbliga Lodi, insieme a Gnutti, Lonati e Coppola, a lanciare l'Opa sul 100% di Antonveneta. Il 9 maggio Bipielle formalizza un'Ops volontaria e concorrente, per un valore di 26 euro ad azione, lanciata sul 72,28% del capitale Antonveneta non ancora nel suo portafoglio.

Il 19 maggio parte l'offerta di Abn Amro su Antonveneta al prezzo di 25 euro, poi rilanciato a 26 e mezzo. Al termine le adesioni non vanno oltre il 2,8%. Abn, titolare del 29,9%, rinuncia. L'Opa obbligatoria e l'Opas che la Bpl, trasformata in giugno in Banca popolare italiana, ha lanciato sulle azioni di Banca Antonveneta partono invece il 20 e 21 luglio, ma solo poche ore dopo il naufragio definitivo dell'offerta di Abn, il 22 luglio, la Consob sterilizza i diritti di voto di Bpi e Stefano Ricucci in Antonveneta perché accerta un nuovo patto parasociale non dichiarato.

Il 25 luglio la Procura di Milano ordina il sequestro delle azioni di Bpi, Ricucci, Gnutti e Lonati, per un totale di circa il 40% del capitale. È l'inizio della rivincita di Groenink: Antonveneta elegge un cda tutto targato Abn che nomina Augusto Fantozzi presidente. Nella serata dello stesso giorno, la Consob sospende in via cautelare l'Opa e l'Opas di Bpi su Antonveneta per il «grave sospetto di carenza informativa». Offerte bloccate anche dalla Banca d'Italia tre giorni dopo, mentre esplodono le polemiche sul ruolo svolto dal governatore Antonio Fazio, dopo la divulgazione delle intercettazioni telefoniche.

Il 2 agosto la Procura di Milano sospende per due mesi Fiorani da tutti gli incarichi societari e la Bpi nomina ad Giorgio Olmo. Prima di Ferragosto, comincia la trattativa i contatti per la cessione agli olandesi dell'intero pacchetto di Antonveneta.

La recita dell'atto finale - ovvero la vendita della quota Bpi in Antonveneta ad Abn Amro, azionista della popolare padovana dal 1995 - ha messo fine a una rappresentazione che ha messo sottosopra il mondo finanziario e, dopo la pubblicazione delle intercettazioni dei colloqui telefonici fra i protagonisti della vicenda, ha inferto un duro colpo alla credibilità internazionale della Banca d'Italia.

Il 24 settembre arriva la resa della ex Lodi: il comitato esecutivo approva definitivamente la cessione del pacchetto del 29,4% detenuto in Antonveneta al prezzo di 26,5 euro per azione.

Il 27 settembre l'immobiliarista Danilo Coppola decide di non firmare il contratto di cessione ad Abn Amro della quota pari all'1,4% in Antonveneta.

Il 29 agosto arriva un nuovo colpo di scena, quando si apprende che il governatore di Bankitalia Antonio Fazio è iscritto nel registro degli indagati della Procra di Roma per presunto abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sulla scalata ad Antonveneta.


Il 12 ottobre la Consob revoca l'Opa obbligatoria e l'Opas della Bpi su Antonveneta per le gravi violazioni tali da rendere l'informazione al mercato inidonea e da farv venir meno le garanzie finanziarie di esatto adempimento».

Il 15 ottobre anche la Banca d'Italia revoca l'autorizzazione alll'Opa della Bpi sull'istituto patavino.

 

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